Se un tempo le recensioni
positive da parte di stimati critici della letteratura potevano in effetti
costituire un vantaggio per le case editrici, che vedevano incrementare le vendite
del titolo recensito, nell'ultimo decennio la situazione è di certo cambiata e
vede un proliferare di recensori in contesti che permettono e incoraggiano la
loro attività come Amazon Libri. Recensori improvvisati ma ritenuti, in fin dei
conti, affidabili al momento dell’acquisto. Le recensioni sono permesse su
Amazon per qualsiasi categoria di prodotti, libri digitali e
cartacei inclusi.
L’influenza che queste recensioni hanno sulle vendite è sostanziale. Ma è
possibile fidarsi dei giudizi espressi sulla piattaforma dell’azienda? La
questione è parecchio spinosa. Non più di qualche mese fa, Amazon è stato
costretto a riformulare le normative relative alle recensioni in seguito alla
ricerca della società ReviewMeta, che aveva dimostrato come le cosiddette
recensioni “incentivate”, ovvero quelle scritte in cambio dell’offerta da parte
del venditore del prodotto gratis, contenessero una valutazione molto più
positiva. Non solo: nell'ultimo anno il caso delle recensioni false era giunto
all’attenzione di Amazon stesso, che era addirittura arrivato a denunciare più
di mille utenti e a far causa a tre rivenditori, rei di aver pagato per
ottenere giudizi a cinque stelle. Dunque, per risolvere il problema di una
sempre minore affidabilità dei commenti ai prodotti, Amazon ha introdotto
alcune modifiche: ha eliminato molte recensioni incentivate di clienti “non
verificati” (ovvero che non hanno necessariamente acquistato il prodotto), ha
cambiato l’algoritmo di visualizzazione delle recensioni ponendo le più recenti
e verificate in evidenza, ha imposto un limite massimo di cinque recensioni a
settimana per utente e ha creato un servizio clienti apposito per quei
recensori che, esprimendo giudizi negativi, si trovano ad affrontare produttori
aggressivi. Nonostante questi cambiamenti, le recensioni incentivate non sono
del tutto sparite, tuttavia sono controllate da Amazon attraverso il programma
Vine, in cui è la stessa azienda a individuare e invitare recensori affidabili
senza incoraggiare, a suo dire, commenti positivi. Tutto molto bello, se non
fosse per un piccolo particolare: i libri, insieme a musica e film, sono
rimasti esclusi dalla revisione della normativa. Quindi, nessun controllo sulle
recensioni incentivate, nessuna garanzia per il lettore. Non è chiaro quale sia
il motivo di quest’esclusione, considerata la serietà del problema e la
frequenza di casi eclatanti. Lo scorso novembre, ad esempio, sulla stampa
americana ha fatto discutere la vicenda connessa all'uscita su Amazon del libro
di memorie della presentatrice televisiva Megyn Kelly, nota al pubblico
statunitense, attaccata in pochissimo tempo da una pioggia di recensioni ad una
stella su cinque perché esprimeva posizioni anti-Trump; gli utenti che avevano
commentato negativamente il libro non erano verificati. Altra questione, poi,
quella dell’attendibilità delle recensioni. Nella prima libreria fisica aperta
da Amazon a Seattle, sotto i libri in vendita viene esposta un’etichetta che
segnala il voto presente online; un libro come Lolita di Vladimir Nabokov,
comunemente ritenuto un capolavoro, ha 4,2 stelle su 5 (e sul catalogo italiano
sono ancora meno: 3,9 su 5). Una stortura di questo genere produce risultati
poco fruttuosi per i lettori, che tendono a fidarsi dei giudizi scritti da
recensori non meglio identificati. Il meccanismo incoraggia, tra l’altro, un
mercato delle recensioni, mettendo in difficoltà le piccole case editrici. La
questione dovrà di sicuro essere affrontata da Amazon in futuro, altrimenti i
casi imbarazzanti saranno sempre di più, com’è accaduto in passato con altre
categorie di prodotti.
GELSOMINO DEL GUERCIO
Nessun commento:
Posta un commento