Forse sarò di parte, ma in un panorama
di scrittori trasformati in pop star
(talvolta in rock star) considero il profilo basso di Anne Tyler una piacevole
sorpresa. Pur essendo tra i romanzieri
contemporanei di maggior successo (pensate, solo in Italia ha venduto 800. 000
copie) questa cultrice della riservatezza di rado si concede in apparizioni
pubbliche e interviste, tantomeno in tv. Ma l’autrice di Turista
per caso, premio Pulitzer nel 1989 per Lezioni di respiro, sa ben compensare la voluta invisibilità
mediatica con una scintillante prolificità : è appena uscito per Guanda il suo
ventesimo romanzo intitolato Una spola di filo blu. Un concentrato di intelligenza e profondità
psicologica, una descrizione tagliente come una lama di ansie implacabili, sentimenti contradditori,
legami che imprigionano ma di cui non si può fare a meno. Ambientato a Baltimora
dove l’autrice statunitense vive, racconta
di quattro generazioni dei Whitshank, una famiglia che si ritiene leggendaria e che fa di tutto per suscitare
invidia. Ma che nasconde un lato oscuro. Abby e Red e i loro quattro
figli condividono
momenti magici e feste sontuose, ma celano anche malcontento e gelosie, rancori e rivalità. Perché ogni esistenza, se
si guarda oltre la superficie, è sfaccettata e complicata, spesso a rischio naufragio,
senza alcuna certezza di trovare un porto
sicuro dove approdare. Nel romanzo
scorre il tempo implacabile, con la salute di Red e di Abby che diventa sempre più a rischio, con i figli sopraffatti
da cocenti delusioni, con un panorama
esistenziale che diventa fosco per gli inevitabili lutti. Eppure ci immergiamo nelle
vicende dei componenti di questa famiglia, perché la Tyler è la scrittrice che sa
meglio trasformare la normalità in poesia, e l’ordinario in straordinario.
Buona lettura a tutti!
Alessandra Appiano
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